Page 1889 - Shakespeare - Vol. 4
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               Anche in primavera fui da te lontano

               quando il leggiadro Aprile, tutto vestito a festa,
               suscitava in ogni cosa un tale brio di gioventù
               che rideva anche Saturno e con lui danzava.
               Ma, né i canti degli uccelli, né il profumo dolce

               dei differenti fiori sia in fragranza che colore,
               potevano indurmi a pensare una gioiosa storia
               o a coglierli dal grembo ove floridi crescevano:
               e neppur mi affascinava il candor dei gigli

               né potei apprezzare il rosso acceso delle rose;
               non eran che profumi e deliziose forme
               raffiguranti te, tu lor unico modello.
                               Ma per me era sempre inverno e lontan da te,

                               mi dilettai con loro come con l’ombra tua.
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