Page 1888 - Shakespeare - Vol. 4
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               Come mi è parsa inverno la mia lontananza

               da te, unica gioia del fuggente anno!
               Che gelo ho sentito, che neri giorni ho vissuto!
               Che desolazione ovunque di vecchio Dicembre!
               Eppure quel periodo d’assenza era tempo d’estate,

               il prolifico autunno, carico di ricchi frutti,
               sta maturando il seme della vogliosa primavera,
               qual vedovo grembo dopo la morte del suo signore:
               ma questa gran prosperità allora mi sembrava

               un fiorir di orfani, di gemme senza padre
               perché l’estate e i suoi piaceri dipendono da te
               e con te lontano, anche gli uccelli sono muti
                               o se cinguettano è con sì poco spirito

                               che ogni foglia impallidisce temendo già l’inverno.
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