Page 3040 - Shakespeare - Vol. 3
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ALCIBIADE

               Ehi, tu, chi sei? Parla!



              TIMONE
               Una bestia come te. Il cancro divori
               il tuo cuore, per avermi mostrato di nuovo
               gli occhi dell’uomo!



              ALCIBIADE

               Qual è il tuo nome? È così odioso l’uomo
               a te che sei tu stesso uomo?



              TIMONE
               Sono misantropo, e odio l’umanità.
               In quanto a te, vorrei che fossi un cane
               per poterti amare un poco.



              ALCIBIADE
               Ti conosco bene, ma non conosco affatto la tua sorte.



              TIMONE

               Anch’io ti conosco, e non desidero conoscerti
               più di quanto ti conosco. Segui
               il tuo tamburo; col sangue dell’uomo
               dipingi la terra, di rosso, di rosso.

               I canoni religiosi, le leggi civili
               sono crudeli: che mai dunque
               può essere la guerra? Questa tua
               puttana virulenta, con la sua aria da cherubino

               ha in sé più distruzione della tua spada.


              FRINE

               Ti marciscano le labbra!



              TIMONE
               Io non ti bacerò; il marcio, così,
               rimane sulle tue.
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