Page 3036 - Shakespeare - Vol. 3
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FLAVIO
Ahimè, amici, cosa posso dirvi?
Mi siano testimoni gli dei giusti:
io sono povero come voi.
PRIMO SERVO
Una simile casa in rovina? Un così nobile
padrone caduto, tutto sparito,
e nemmeno un amico che prenda lo sfortunato
per il braccio e vada insieme a lui.
SECONDO SERVO
Così come noi voltiamo le spalle
al nostro compagno gettato nella fossa,
coloro che corteggiavano le sue sepolte fortune
fuggono tutti via, lasciandogli
i loro falsi voti come borse svuotate
da un ladruncolo; e lui, povera creatura,
mendicante destinato all’aria aperta,
malato della povertà da tutti sfuggita,
cammina come il disprezzo, solo.
Ecco altri dei nostri.
Entrano altri Servi.
FLAVIO
Le suppellettili a pezzi di una casa in rovina.
TERZO SERVO
Tuttavia i nostri cuori indossano ancora
la livrea di Timone; lo vedo scritto
sui nostri volti, siamo ancora compagni
e nel dolore seguitiamo a servire.
La nostra barca è avariata e noi,
sventurati marinai, restiamo sul ponte
che muore e sentiamo la minaccia dei marosi:
tutti dobbiamo entrare 29 in questo mare d’aria.