Page 3022 - Shakespeare - Vol. 3
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Da una porta entrano tre Senatori, poi Alcibiade che li incontra con il
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              PRIMO SENATORE
               Avete il mio voto, signore; il delitto
               è sanguinoso; è necessario ch’egli muoia:
               nulla come la clemenza imbaldanzisce il peccato.




              SECONDO SENATORE
               Verissimo: la legge deve stroncarli.



              ALCIBIADE
               Onore, salute e misericordia al Senato!



              PRIMO SENATORE
               Che c’è, capitano?



              ALCIBIADE
               Sono un umile supplice delle vostre virtù:
               la misericordia infatti è la virtù della legge

               e soltanto i tiranni la usano crudelmente.
               Al tempo e alla fortuna è piaciuto pesare
               su un mio compagno d’armi che, nell’ardore del sangue,
               è incappato nella legge, abisso senza fondo
               per coloro che, incauti, vi precipitano.

               Il suo destino a parte, egli è un uomo
               di preclare virtù; né macchiò il suo gesto
               di codardia (un onore, in lui,

               che redime la colpa) ma con nobile furia
               e spirito valoroso, vedendo la propria fama
               ferita a morte, s’oppose al suo nemico;
               e con tale sobria e discreta passione
               controllò la sua ira, prima che s’estinguesse,

               che sembrava dimostrare un sillogismo.



              PRIMO SENATORE
               Affronti un paradosso troppo arduo, tentando
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