Page 3017 - Shakespeare - Vol. 3
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FLAMINIO

          Non ho bisogno di dirglielo; sa che siete più che diligenti.
                                                                                                          [Esce]


                                  Entra Flavio con un mantello, il viso coperto.



              SERVO DI LUCIO
               Quello che si copre il viso non è il suo intendente?
               Se ne va di nascosto: chiamatelo, chiamatelo!



              TITO

               Sentite, signore!


              SECONDO SERVO DI VARRONE

               Col vostro permesso, signore...



              FLAVIO
               Che vuoi da me, amico mio?



              TITO
               Aspettavamo certi soldi, signore.



              FLAVIO
               Sì, se il denaro fosse sicuro come
               la vostra attesa, sarebbe sicuro abbastanza.

               Perché non avete presentato i vostri conti
               quando i vostri falsi padroni divoravano
               la carne del mio signore? Sorridevano, allora,
               e scodinzolavano ai suoi debiti,

               trangugiando gli interessi nelle fauci affamate.
               Importunando me fate danno a voi stessi.
               Lasciatemi andar via tranquillo. Credetemi,
               il mio signore e io l’abbiamo fatta finita:

               io non ho più niente da contare, e lui
               non ha più niente da spendere.



              SERVO DI LUCIO
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