Page 2749 - Shakespeare - Vol. 3
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Carne mia
migliore, perdona la mia crudeltà,
però ora non dirmi «Perdona i Romani».
Oh, un bacio lungo come l’esilio,
dolce come la vendetta. Ora
per la regina gelosa del cielo
il tuo bacio, cara, l’ho portato via
da te, e le mie labbra fedeli
l’hanno tenuto vergine da allora sempre.
Dèi, io dico preghiere, e lascio
senza saluto la più nobile delle madri.
Entra nella terra, ginocchio,
s’inginocchia
lasciavi un calco della mia dedizione
più profondo di quello dei figli
comuni.
VOLUMNIA
Alzati e sii benedetto!
Coriolano si alza.
Mentre io su un cuscino non più morbido della pietra
m’inginocchio davanti a te, e provo
contro ogni decoro, che finora s’è inteso male
il rispetto tra figli e genitori.
S’inginocchia
CORIOLANO
Che fai?
Tu in terra? Davanti al figlio punito?
La solleva.
Allora i ciottoli sulla spiaggia affamata