Page 2744 - Shakespeare - Vol. 3
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I SENTINELLA

          Tu sei romano, non è vero?



              MENENIO
          Sicuro, come il generale.



              I SENTINELLA
          Allora dovresti odiare Roma, come lui. Avete cacciato via il vostro difensore, e
          in un accesso di pazzia plebea avete ceduto al nemico il vostro scudo. Puoi

          credere davvero di poter fermare la sua vendetta con facili lagne di vecchie,
          palme  vergini  di  ragazze,  o  con  l’intrufolarsi  paralitico  d’un  vecchio
          rimbambito come te? Credi di poter spegnere quel fuoco che presto brucerà la
          tua città con un fiato fiacco come il tuo? Ti sbagli, e perciò fila a Roma a fare i
          preparativi per tirare le cuoia. Siete fregati, il capo ha giurato di non darvi né

          tregua né perdono.



              MENENIO
          Senti  un  po’,  se  il  tuo  capitano  sapesse  che  sono  qui  mi  tratterebbe  con
          rispetto.



              I SENTINELLA
          Ma va’, il capitano non sa chi sei.



              MENENIO
          Il tuo generale, voglio dire.



              I SENTINELLA

          Il mio generale? Non gliene frega niente di te. Vattene, ripeto, sparisci, sennò
          ti spillo quel mezzo litro di sangue che hai. Sloggia e ringrazia gli dei se lo
          conservi − sloggia!



              MENENIO
          Amico, amico, un momento...


                                              Entra Coriolano con Aufidio.



              CORIOLANO
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