Page 2746 - Shakespeare - Vol. 3
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starò a sentire, Menenio. Quest’uomo, Aufidio,
mi fu caro assai a Roma. Eppure, vedi.
AUFIDIO
Sei un uomo costante.
Escono.
Restano Menenio e la sentinella.
I SENTINELLA
Allora, di’ un po’, il tuo nome è Menenio?
II SENTINELLA
Caspita, ha un potere magico. La via di casa la sai.
I SENTINELLA
Hai sentito come ci ha strigliati per aver trattenuto la tua altezza?
II SENTINELLA
Dimmi, ho davvero ragione di svenire?
MENENIO
Me ne frego del mondo e del vostro generale. Quanto a roba come voi, per
me quasi non ci siete, tanto poco vi considero. Chi vuol crepare di sua mano
non teme la morte da un altro. Il vostro capo faccia quanto di peggio può
fare. E voi, restate come siete, a lungo, e il vostro squallore aumenti con
l’età! Vi dico quello che m’è stato detto, via!
Esce.
I SENTINELLA
È un tipo in gamba, non c’è che dire.
II SENTINELLA
Ma più in gamba è il capo. È la roccia, la quercia che il vento non smuove.
Escono.