Page 2724 - Shakespeare - Vol. 3
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Ma allora riavremo un po’ di vita. Questa pace non fa che mettere ruggine al
          ferro, fa crescere il numero dei sarti e alleva i cantastorie.



              I SERVO
          Datemi la guerra, dico io. È meglio della pace come il giorno della notte. La
          guerra è svelta, ha lingua ed è piena di fiuto. La pace è una vera apoplessia,
          una vera letargia: scema, sorda, assonnacchiata e insensibile. Fa più bastardi

          lei che la guerra morti ammazzati.



              II SERVO
          Esatto. La guerra in certo senso la puoi chiamare una gran scopatrice, ma
          non puoi negare che la pace è una gran fabbrica di cornuti.



              I SERVO
          Sicuro, e fa odiare tra loro i cristiani.



              II SERVO
          Logico: perché allora uno ha meno bisogno degli altri. Datemi la guerra, dico.

          Spero di vedere i Romani a un soldo l’uno, come i Volsci. Si stanno alzando da
          tavola, si stanno alzando.



              I DUE
          Via, via, via, via.
                                                                                                        Escono.



                                                  Scena VI        41     EN



                                        Entrano i due tribuni Sicinio e Bruto.



              SICINIO
               Di lui non si sa nulla né c’è motivo
               di temerlo. I rimedi, eccoli:        42  la pace
               e la tranquillità del popolo che prima

               era esasperato. Noi qui
               facciamo arrossire i suoi amici
               per come van bene le cose − loro

               preferirebbero, anche a proprio danno,
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