Page 2723 - Shakespeare - Vol. 3
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I SERVO
Ma su, dicci le altre notizie.
III SERVO
Be’, lì dentro lo trattano che pare il figlio e l’erede di Marte: messo a
capotavola, e nessun senatore che osa fargli domande senza levarsi il
cappello. Lo stesso principale lo tratta come un amante, gli tocca la mano
come l’acqua santa e strabuzza gli occhi a sentirlo parlare. Ma il vero succo
della notizia è questo: il principale è tagliato a metà ed è solo la metà di ieri,
perché l’altra metà se l’è beccata l’altro, per preghiera e concessione di tutta
la tavolata. Andrà, dice, a tirare le orecchie al portinaio delle porte di Roma.
Davanti a sé vuol faldare tutto, e lasciarsi dietro tutto bello e pulito.
II SERVO
E se non lo fa lui non so chi può farlo.
III SERVO
Per farlo, lo farà, perché vedi, ha un sacco di nemici ma pure di amici. I quali
amici, caro mio, diciamo, non avevano il coraggio, capisci, di farsi avanti,
mettiamola così, come amici, mentre che era in discrepito.
I SERVO
Discrepito? Che roba è?
III SERVO
Ma quando vedranno − va bene? − che ha rizzato la cresta ed è in forza, ti
risbucano dalle tane come conigli dopo l’acquata, e tutti assieme a fargli
festa.
I SERVO
Ma questo quando si verifica?
III SERVO
Domani, oggi, subito. Sentirai battere il tamburo questo pomeriggio. È come
dire parte della festa, da farsi prima di pulirsi la bocca.
II SERVO