Page 2718 - Shakespeare - Vol. 3
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CORIOLANO
Il nome è Caio Marzio, l’uomo che ha fatto
molto male e danno a te soprattutto
e a tutti i Volsci; può testimoniarlo
il mio soprannome, Coriolano.
Il mio duro servizio, i pericoli
gravissimi, e il sangue
versato per la patria ingrata
hanno avuto per compenso soltanto
questo soprannome − memoria
e attestato del malvolere e dell’odio
che mi dovresti portare. Mi resta
solo questo nome. La ferocia
e l’inimicizia della plebe, tollerate
dai nostri nobili codardi,
che m’hanno tutti abbandonato,
si sono divorati il resto.
M’hanno lasciato cacciare da Roma
da schiavi urlanti. Questa necessità
mi porta al tuo focolare − ma non −
non mi fraintendere − non con la speranza
di salvarmi la vita. Avessi temuto la morte,
tra tutti gli uomini al mondo avrei evitato
te. Io ti sto qui davanti
solo per rabbia, per vendicarmi a fondo
di chi mi ha bandito. Perciò, se hai voglia
d’una rivincita che ti ripaghi
dei mali subìti, se vuoi fermare
il cancro della vergogna che appare
in tutto il tuo paese, non perdere tempo,
la mia disgrazia falla servire al tuo scopo.
Usala in modo che la mia vendetta
sia tuo vantaggio. Perché combatterò
contro la mia terra bacata con la bile
di tutti i diavoli dell’inferno.
Ma se non vuoi affrontare questo rischio,
se già sei stanco di tentare la sorte,
allora, in breve, anch’io