Page 2693 - Shakespeare - Vol. 3
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che a te implorarli. Vada tutto a male.
Tua madre soffra di più il tuo orgoglio
di quanto tema la tua pericolosa ostinazione,
perché io me ne infischio della morte
con cuore uguale al tuo. Fa’ come vuoi.
Il tuo coraggio era mio, l’hai succhiato da me,
ma la superbia la devi a te stesso.
CORIOLANO
Oh pace. 31
Madre, andrò al Foro. Non
rimproverarmi più. Farò il buffone
per riuscire simpatico, scroccherò loro l’affetto
e tornerò amato da tutti i meccanici a Roma.
Vedi, ci vado. Salutami mia moglie.
Tornerò console, o d’ora in poi non fidarti
di quanto la mia lingua sa fare
nell’adulazione.
VOLUMNIA
Fa’ come vuoi.
Volumnia esce.
COMINIO
Andiamo! I tribuni aspettano. Armati
a rispondere con garbo, perché si sono
armati d’accuse, sento, assai più gravi
di quelle che già hai addosso.
CORIOLANO
La parola d’ordine è «garbo». Prego, andiamo.
S’inventino pure le accuse, io rispondo
col mio onore.
MENENIO
Sì, ma con garbo.