Page 2690 - Shakespeare - Vol. 3
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che prendere una città con parole
               gentili, che altrimenti ti esporrebbe
               alla fortuna e al rischio di molto sangue.
               Io sarei pronta a mascherare la mia natura

               dove le mie sorti e i miei amici in pericolo
               m’imponessero di farlo con onore. In questo
               io sono tua moglie, tuo figlio, questi senatori,
               e i nobili. E tu invece preferisci

               mostrare a questi buffoni plebei
               che sai fare il cipiglio, piuttosto che
               sprecare una moina per averne i favori
               e per salvare ciò che la mancanza

               d’una moina può rovinare.



              MENENIO
                               Nobile donna!
               Su, vieni con me, parla con garbo. Così
               puoi rimediare non solo ai rischi attuali

               ma ai danni già fatti.


              VOLUMNIA

                               Sì, ti prego, figlio mio,
               va’ da loro così col cappello in mano
               e avendolo teso così − per assecondarli −
               il tuo ginocchio baci le pietre − in queste

               cose il gesto è eloquenza, e gli occhi
               degli sprovveduti apprendono
               più degli orecchi − china la testa
               e batti spesso così il tuo petto superbo,

               e sii umile come la mora più sfatta
               che si disfa nella mano, e digli
               che sei il loro soldato, e che
               cresciuto tra le battaglie

               non hai quei modi garbati che, lo confessi,
               ti sarebbe giusto usare, e da loro esigere
               nel domandargli un favore. Ma d’ora in poi,
               per l’anima tua, sarai tutto loro, fin dove

               arrivano la tua capacità e il tuo volere.
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