Page 2649 - Shakespeare - Vol. 3
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a Corioli e dentro, lasciatemi dire
               che non so rendergli giustizia a parole.
               Ha fermato i soldati in fuga, e col suo raro
               esempio ha mutato il terrore del codardo

               nel piacere del gioco. Come le alghe
               davanti a un vascello in corsa, gli uomini
               cadevano obbedienti sotto la sua prua.
               La spada, sigillo di morte, dove toccava

               prendeva una vita. Dal volto ai piedi
               era una cosa di sangue, ogni sua mossa
               scandita da grida di morenti. Da solo
               passò quelle porte fatali e le tinse

               del destino ineluttabile; ne uscì
               senza aiuto, e con un fulmineo rinforzo
               colpì Corioli come un pianeta. Ora tutto è suo,
               ma proprio allora l’urlo della zuffa punge

               il suo senso vigile, e il suo spirito
               si sdoppia, ravviva la carne affaticata
               ed egli torna in battaglia e vi corre
               sanguinante su vite umane come

               in una strage infinita.
               E finché non chiamammo nostri il campo
               e la città, non si fermò mai per dare
               al petto il sollievo d’un respiro affannato.



              MENENIO

                               Uomo valoroso!


              I SENATORE

               Degno certo degli onori
               che gli prepariamo.



              COMINIO
                               Il nostro bottino
               l’ha rifiutato, e quegli oggetti preziosi
               li ha guardati come fossero

               comune letame della terra. Egli desidera
               meno di quanto darebbe l’avarizia, le sue azioni
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