Page 2608 - Shakespeare - Vol. 3
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VOLUMNIA
Allora il suo buon nome sarebbe diventato mio figlio, in lui avrei trovato la
mia discendenza. Ascolta quanto ti dichiaro sinceramente, se avessi una
dozzina di figli tutti ugualmente amati, nessuno meno del tuo e mio buon
Marzio, preferirei che undici morissero nobilmente per la patria, piuttosto che
uno sprecasse la vita nei piaceri e nell’inazione.
Entra una dama.
DAMA
Mia signora, la signora Valeria è venuta a visitarti.
VIRGILIA
Ti prego, permettimi di ritirarmi.
VOLUMNIA
Niente affatto.
Mi par sentire vicino il rullo dei tamburi
di Marzio, vederlo abbattere Aufidio 13
preso ai capelli, e i Volsci scappare
come bimbi dall’orso. Mi pare vederlo
così pestare i piedi e gridare «Avanti,
vigliacchi! Voi concepiti nella paura,
anche se nati in Roma». Poi la fronte
insanguinata tergendo con la mano di ferro
avanza come il mietitore che deve
falciare tutto o perdere la paga.
VIRGILIA
La fronte insanguinata? O Giove, niente sangue!
VOLUMNIA
Via, sciocca! Sta bene a un uomo
più che l’oro al suo monumento. I seni di Ecuba,
quando allattava Ettore, non erano belli
come la fronte di lui che piena di sprezzo
schizzava sangue contro le spade greche.
Di’ a Valeria che siamo pronte a riceverla.