Page 2607 - Shakespeare - Vol. 3
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Gli dei ti assistano.
AUFIDIO
E proteggano voi.
I SENATORE
Addio.
II SENATORE
Addio.
TUTTI
Addio.
Escono.
Scena III EN
Entrano Volumnia e Virgilia, madre e sorella di Marzio. Siedono su due
sgabelli e cominciano a cucire.
VOLUMNIA 12
Ti prego, figlia mia, canta, o mostra un po’ più d’allegria. Se mio figlio fosse
mio marito, sinceramente sarei più felice per un’assenza nella quale si
facesse onore, che non per i suoi abbracci a letto, per quanto amore ci
mettesse. Quand’era ancora un bimbetto e l’unico frutto del mio ventre,
quando la gioventù con la sua bellezza attraeva su lui tutti gli sguardi,
quando una madre neppure se un re l’avesse pregata per un giorno intero
avrebbe dato via il figlio per un’ora lontano dai suoi occhi, io, pensando che
un essere come lui era fatto per l’onore − e altrimenti, se la rinomanza non
l’animava, non sarebbe stato che un quadro appeso a una parete − io ero
contenta di lasciarlo cercare il pericolo là dove poteva trovare la fama. A una
guerra crudele lo mandai, dalla quale tornò con le tempie cinte di quercia. Ti
assicuro, figlia, che non sobbalzai tanto di gioia a sentire che m’era nato un
uomo, come quando vidi per la prima volta che s’era dimostrato un uomo.
VIRGILIA
E se quella volta fosse morto, signora, che avreste fatto?