Page 2381 - Shakespeare - Vol. 3
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perciò siamo da commiserare.
CESARE
Cleopatra,
né quel che hai tenuto, né il resto
che hai dichiarato lo considereremo
bottino di guerra: sia sempre tuo,
disponine a tuo piacere e, credi,
Cesare non è un mercante che con te
contratti cose vendute dai mercanti.
Sta’ perciò di buon animo, non fare
dei tuoi pensieri la tua prigione. No,
cara regina, noi ci proponiamo
di disporre di te secondo il tuo consiglio.
Nutriti, e dormi: per te abbiamo
tanta premura e tanta compassione,
che restiamo tuoi amici, e così addio.
CLEOPATRA
Mio signore e padrone!
CESARE
No, non così: addio.
(Squilli di tromba. Esce Cesare col suo seguito.)
CLEOPATRA
Mi riempie di chiacchiere, ragazze,
di chiacchiere, perch’io non sia nobile
verso me stessa. Ma ascolta, Carmiana.
(Sussurra.)
IRAS
Chiudi, buona signora;
il giorno luminoso è finito,
e ci avviamo alla tenebra.
CLEOPATRA