Page 2353 - Shakespeare - Vol. 3
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Allora è morta?
MARDIANO
Morta.
ANTONIO
Spogliamoci delle armi, Eros,
il compito del lungo giorno è finito,
e dobbiamo dormire. (A Mardiano.) Che di qui
tu te ne vada impunito, ripaga
largamente la tua fatica. Vattene.
(Esce Mardiano.)
Via, togli tutto, via. Nemmeno
lo scudo a sette strati di Aiace 108
può stornare l’assalto al mio cuore.
Oh, squarciatevi, miei fianchi! O cuore,
sii una volta più forte del tuo involucro,
e infrangi la tua fragile custodia!
Svelto, Eros, svelto! Non più soldato:
addio, armatura ammaccata,
sei stata portata con onore. Lasciami un po’.
(Esce Eros.)
Ti raggiungerò, Cleopatra,
e chiederò piangendo il tuo perdono.
Così bisogna, perché ora ogni indugio
è una tortura: poiché la torcia s’è spenta,
stenditi, e più non brancolare. Ora
ogni sforzo ottiene il suo contrario: sì,
anche la forza resta impigliata in se stessa. 109
Chiudiamo, dunque, e tutto sia finito.
Eros!... Vengo, mia regina... Eros!... Aspettami:
là dove le anime giacciono sui fiori
ce ne andremo tenendoci per mano,
e con il nostro radioso portamento
faremo meravigliare le ombre.
Didone e il suo Enea 110 non avranno più corteo,
e tutti verranno al nostro seguito.
Vieni, Eros. Eros!