Page 2349 - Shakespeare - Vol. 3
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si squagliano,     100  e il loro dolciume liquefatto
               colano sul fiorente Cesare: sfrondato
               è questo pino che li sovrastava tutti.
               Sono tradito. Oh, anima falsa d’Egitto!

               Questa fatale incantatrice, che
               con uno sguardo scatenava e revocava
               le mie guerre, nel cui seno trovavo
               coronamento e ultimo mio fine,

               da vera zingara col suo tira e molla            101
               mi ha abbindolato e portato alla rovina.
               Ehi, Eros, Eros!


                                                     Entra Cleopatra.



               Ah, strega! Vade retro!



              CLEOPATRA

                               Perché il mio signore
               è così infuriato con il suo amore?



              ANTONIO
               Sparisci, o ti darò quel che ti meriti,
               guastando il trionfo di Cesare. Che ti prenda
               e ti esponga alla plebe urlante;

               segui il suo carro, come la più grande
               vergogna del tuo sesso. Fatti esibire
               proprio come un vero mostro di natura
               alla più bassa marmaglia, ai babbei,             102

               e la paziente Ottavia ti strazi il viso
               con le sue unghie affilate.
                                                                                           (Esce Cleopatra.)
                               Fai bene ad andartene.

               se è un bene vivere. Ma meglio
               sarebbe stato cadere sotto la mia furia,
               ché una morte sola avrebbe risparmiato
               molte altre vite. Ehi, Eros, Eros!

               Mi sento addosso la camicia di Nesso;              103
               insegnami, o mio antenato Alcide,
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