Page 2319 - Shakespeare - Vol. 3
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ENOBARBO

               Gliene occorrono quanti ne ha Cesare,
               sennò non gli serviamo neanche noi.
               Se Cesare vuole, il nostro signore

               non vede l’ora di ritornare suo amico:
               quanto a noi, lo sapete, noi siamo
               di chi è lui, vale a dire di Cesare.



              TIDIA
               Bene. Ecco allora, illustre regina,
               Cesare vi prega di considerare non tanto

               la vostra condizione, ma che lui è Cesare.              85


              CLEOPATRA

               Prosegui. È un parlare da re.



              TIDIA
               Egli sa che vi siete unita ad Antonio
               non tanto per amore, ma per paura.



              CLEOPATRA
                                                    Ah!



              TIDIA
               Perciò commisera le ferite al vostro onore

               come macchie dovute a una violenza,
               e non meritate.



              CLEOPATRA
                               Egli è un dio,
               e sa ciò che è vero.       86   Il mio onore
               non fu concesso, ma preso con la forza.



              ENOBARBO

               (A parte.) Per esserne sicuro, lo chiederò
               ad Antonio. Ah, mio signore, signore:
               da tante parti fa acqua la tua barca
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