Page 2323 - Shakespeare - Vol. 3
P. 2323
CLEOPATRA
Ah, siamo giunti a questo?
ANTONIO
Ti ho trovata come un boccone freddo
sul piatto di Cesare morto: anzi,
eri un rimasuglio di Gneo Pompeo,
senza contare le ore lascive, ignorate
dalla fama popolare, che hai spiluccato
per la tua lussuria. Sono infatti sicuro
che anche se puoi immaginare cosa sia
la temperanza, non sai proprio cos’è.
CLEOPATRA
Perché tutto ciò?
ANTONIO
Permettere a un tizio
che accetta mance e dice «Dio vi ricompensi»
di prendersi familiarità col mio trastullo,
la tua mano, questo sigillo regale
e pegno di nobili cuori! Ah, foss’io
sulla collina di Basan, 89 a soverchiare
il muggito del gregge dei cornuti,
ché ne ho fieri motivi; e proclamarli
con buona grazia sarebbe come avere
il cappio al collo e ringraziare il boia
per la sua destrezza.
(Ri-)entra un servo con Tidia.
L’avete frustato?
SERVO
Per bene, mio signore.
ANTONIO