Page 1987 - Shakespeare - Vol. 3
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Scena III 17 EN
Entra un portiere. Bussano all’interno.
PORTIERE
Questo si chiama bussare oh! Uno che facesse il portiere all’inferno, ne
avrebbe girate da dare.
Bussano.
Bussa, bussa, bussa! Chi è, in nome di Belzebù? È un massaro che s’è
impiccato perch’era prevista un’ottima annata. Bene arrivato! Fatti una bella
scorta di fazzoletti; qui avrai da sudare.
Bussano.
Batti, batti! Chi c’è in nome dell’altro diavolo? Ostia, c’è un equivocatore,
capace di giurare sui due piatti contro l’uno o l’altro, uno che ha tradito a
sacchi in nome di Dio ma non ce l’ha fatta a pigliare il cielo per i fondelli.
Venga s’accomodi, equivocante.
Bussano.
Picchia, picchia, picchia! Chi c’è? Caspita, un sarto inglese, è qui per avere
rubato su un paio di braghe francesi. Entra pure, sarto. Qua ti rosoli lo
strumento.
Bussano.
Bussa, bussa! Mai pace! Tu chi sei? − Ma qua fa troppo freddo per essere
all’inferno. Non ho più voglia di fare il portiere del diavolo. Avevo l’idea di far
entrare gente di ogni mestiere, che per un sentiero di primule va all’eterno
falò.
Bussano.
Arrivo, arrivo! Vi prego, ricordatevi del portiere.
Apre il portone. Entrano Macduff e Lennox.
MACDUFF
Amico, sei andato a letto così tardi
che te lo covi a quest’ora?
PORTIERE