Page 1982 - Shakespeare - Vol. 3
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al suo scopo. Tu, terra salda e ferma,
non udire i miei passi dove vanno,
o le tue stesse pietre riveleranno
dove mi trovo, e strapperanno questo
orrore al tempo che gli si addice.
Ma io minaccio e lui vive: le parole
soffiano un alito troppo freddo
sul caldo dell’azione.
Suona un tocco di campana.
Vado, ed è fatto. La campana mi esorta.
Non la sentire, Duncan: è un rintocco
che ti chiama al cielo o all’inferno.
Esce.
Scena II 16 EN
Entra Lady Macbeth.
LADY MACBETH
Il vino che l’ha ubriacati m’ha dato coraggio;
ciò che li ha spenti m’ha accesa. − Zitta! Ascolta!
Era il ghigno del gufo, il campanaro fatale
che dà la buonanotte più dura. Lui è al lavoro.
Le porte sono aperte, e i servi pieni di mangiare
ronfano a scorno della consegna. Ho drogato
i loro beveraggi, e ora morte e natura
litigano, se farli vivere o morire.
MACBETH
(da dentro) Ehi là! Chi c’è?
LADY MACBETH
Ah si sono svegliati temo,
e ancora nulla è fatto. Non il fare, il tentare
ci perde. Attenta! Ho messo in vista i coltelli,
non può non averli trovati. Se nel sonno