Page 1974 - Shakespeare - Vol. 3
P. 1974

BANQUO

                               Quell’ospite dell’estate,
               la rondine dei templi, facendone la sua casa,
               prova che qui il respiro del cielo

               è profumato di carezze. Non un aggetto, un fregio,
               un alzato, un angolo adatto che l’uccello
               non l’abbia a suo letto pendulo, a culla
               feconda. Dove più figliano e tornano, ho notato
               che l’aria è fine.



                                                   Entra Lady Macbeth.



              RE
               Oh ecco, ecco la nostra ospite onorata!
               L’amore che ci segue è spesso molesto,
               ma è sempre amore, e gli siamo grati. Con questo
               v’insegno: pregate Dio che ci compensi

               per le fatiche che vi procuriamo,
               e ringraziate noi per il disturbo.



              LADY MACBETH
               Tutto il nostro servizio, fosse doppio
               ad ogni punto, e inoltre raddoppiato,

               sarebbe misera cosa se misurato
               con gli onori profondi e vasti dei quali
               vostra maestà ci riempie la casa.
               Per quelli del passato e le recenti

               dignità accumulate su essi, restiamo
               i vostri eremiti.



              RE
                               Dov’è il barone di Cawdor?
               Gli siamo stati alle calcagna pensando

               di fargli noi da forieri; ma lui
               cavalca bene, e amore che punge e sprona
               l’ha fatto arrivare primo. Bella e nobile
               castellana, siamo i tuoi ospiti stanotte.
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