Page 1970 - Shakespeare - Vol. 3
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Io stesso farò da araldo e allieterò
l’udito di mia moglie col vostro arrivo.
Perciò mi congedo umilmente.
RE
Nobile Cawdor!
MACBETH
(a parte) Principe di Cumberland! Questo è un inciampo
sul quale casco, o lo salto:
mi taglia la strada. Stelle,
nascondete le vostre fiaccole, la luce
non veda le mie voglie nere e fonde.
Gli occhi si chiudano sulle mani, e sia fatto
ciò che fatto temono di vedere.
Esce.
RE
Vero, Nobile Banquo: è così, un coraggioso
e io mi nutro nel lodarlo.
È un banchetto per me. E ora seguiamo
la sua premura che corre a darci il benvenuto.
È un cugino senza pari.
Squilli di trombe. Escono.
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Scena V EN
Entra la moglie di Macbeth, sola, leggendo una lettera.
LADY MACBETH
Mi sono apparse nel giorno della vittoria, e ho avuto la conferma più chiara
che hanno cognizioni più che umane. Mentre bruciavo dalla voglia di fare altre
domande, si cambiarono in aria e nell’aria svanirono. Mentre ero stordito
dallo stupore, arrivarono messi dal Re, e tutti mi salutarono barone di
Cawdor, proprio il titolo col quale prima queste Sorelle del Destino mi
avevano riverito, portandomi poi nel tempo da venire con «Salve, tu che sarai
re». Tanto ho creduto bene comunicarti, mia carissima compagna di gloria,