Page 2740 - Shakespeare - Vol. 2
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TROILO
La guerra è guerra, Ettore.
ETTORE
Oggi non voglio che tu vada in campo, Troilo.
TROILO
E chi me lo impedisce?
Non il destino, né l’obbedienza, né Marte,
se col suo scettro di fuoco mi ordinasse di non uscire;
non Priamo ed Ecuba in ginocchio
con occhi consunti da fiumi di lacrime;
né tu, fratello, con la tua spada sguainata
potresti sbarrarmi la strada
se non uccidendomi.
Entrano Priamo e Cassandra.
CASSANDRA
Aggrappati a lui, Priamo, tienilo forte;
è il tuo bastone: se perdi il tuo sostegno,
tu, che a lui t’appoggi, e Troia, che si appoggia a te,
cadrete assieme.
PRIAMO
Vieni, Ettore, torna qui.
Tua moglie ha fatto un sogno, tua madre ha avuto visioni;
Cassandra legge nel futuro; ed io stesso
inebriato di colpo come un profeta
ti dico che questo giorno per te è funesto.
Dunque torna indietro.
ETTORE
Enea è già in campo;
io ho dato la parola a molti Greci,
in nome del mio onore, di presentarmi
a loro stamattina.