Page 2739 - Shakespeare - Vol. 2
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No, Troilo, ragazzo mio: togliti l’armatura.
               Oggi sono io in vena di cavalleria.
               Tu fatti ancora i muscoli, che siano più nodosi,
               e non tentare ancora gli scontri della guerra.

               Va’ a posare l’armatura; e non dubitare, ragazzo,
               oggi io combatto per te, per me e per Troia.



              TROILO
               Fratello, tu hai il vizio della pietà,
               che si addice più a un leone che a un uomo.



              ETTORE
               Lo chiami un vizio? Allora, caro Troilo, rimbrottami.



              TROILO

               Ogni volta che i Greci s’arrendono, caduti
               soltanto per il vento della tua bella spada,
               tu gli dici di rialzarsi, e vivere.



              ETTORE
               Oh, è lealtà nel gioco.



              TROILO
                               Gioco da folli, Ettore, per dio!



              ETTORE
               Ma senti! Senti!



              TROILO
                               Per l’amor di tutti gli dèi,

               lasciamola a nostra madre questa pietà da eremiti,
               e quando abbiamo affibbiate le nostre armature,
               vendetta velenosa cavalchi le nostre spade,

               le sproni a un lavoro spietato, le trattenga dalla pietà!


              ETTORE

               Vergogna, selvaggio, vergogna!
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