Page 2735 - Shakespeare - Vol. 2
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che divide una cosa inscindibile
e ne fa due, lontane più che il cielo dalla terra;
però nel vasto spazio di questa divisione
non c’è luogo per un orifizio che permetta
il passaggio a una cosa così sottile
come il filo rotto di Aracne.
Evidenza, oh evidenza, forte come le porte di Plutone:
Cressida è mia, nel vincolo dei cieli.
Evidenza, oh evidenza, forte come il cielo stesso:
i vincoli dei cieli sono slegati, disciolti, allentati,
e con un altro nodo, stretto dalle cinque dita della lussuria,
i frantumi della sua fede, gli avanzi del suo amore,
i frammenti, i trucioli, le briciole, i resti bisunti
della sua fede già masticata sono dati a Diomede.
ULISSE
Un uomo degno come Troilo può, sia pure per metà,
diventare preda di ciò che qui dice la sua passione?
TROILO
Sì, Greco, e lo faremo sapere a tutti
in caratteri rossi come il cuore di Marte
infiammato per Venere. Mai giovane
amò con animo eterno e fermo come il mio.
Senti, Greco: quanto io amo Cressida,
altrettanto io odio quel suo Diomede.
È il mio bracciale che porterà sull’elmo,
e fosse questo un casco forgiato dalla perizia di Vulcano,
la mia spada lo morderà; neppure l’orrendo vortice
che i marinai chiamano uragano,
compresso in una massa dal sole onnipotente,
rintronerà, scendendo, l’orecchio di Nettuno
con più rumore della mia avida spada
che scenderà su Diomede.
TERSITE
Gli farà il solletico, per eccitargli la foia!