Page 2716 - Shakespeare - Vol. 2
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ACHILLE

               Cieli, ditemi voi: in quale parte del corpo
               lo distruggerò? Lì, o lì, oppure lì?
               Che io possa dare un nome alla ferita,

               e distinguere il varco esatto da cui esalerà
               il grande spirito di Ettore. Una risposta, cieli!



              ETTORE
               Disonorerebbe gli dèi beati, uomo protervo,
               rispondere alla tua domanda. Fatti vedere ancora.
               Pensi che sia così facile togliermi la vita,

               da prevedere allegramente il punto
               dove mi colpirai a morte?



              ACHILLE
                               Proprio così.



              ETTORE
               Anche se tu fossi un oracolo, non ti crederei.
               E tu sta’ bene in guardia, perché non ti ucciderò

               né lì, né lì e neppure là,
               ma, per la fucina che forgiò l’elmo a Marte,
               ti ammazzerò tutto quanto, dappertutto!
               E voi, o saggissimi Greci, scusate la mia vanteria:

               la sua insolenza mi cava di bocca follie
               ma io farò che quadrino i fatti e le parole,
               o mai più possa...



              AIACE
                               Non ti scaldare, cugino.

               E tu, Achille, tientele per te queste minacce
               finché non ti ci portino il caso o l’intenzione.
               Di Ettore puoi averne abbastanza ogni giorno,
               se ne hai voglia. I comandanti, temo,
               non fanno che pregarti di lottare con lui.



              ETTORE

               Fatevi vedere in campo, di questo vi prego.
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