Page 2713 - Shakespeare - Vol. 2
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MENELAO
Non se ne faccia il nome, signore: è un tema letale.
ETTORE
Oh, chiedo scusa: vi ho offeso!
NESTORE
Io ti ho visto spesso, prode Troiano,
agire al posto del destino, aprendoti un varco crudele
fra i ranghi della gioventù greca;
e ti ho visto, ardente come Perseo, spronare
il tuo cavallo frigio, e ti ho visto
sprezzante dei moribondi e degli sconfitti,
bloccare nell’aria la tua spada levata
per non farla piombare sui vinti;
allora ho detto a chi avevo vicino:
“Ecco là Giove, che dispensa la vita!”.
E ti ho visto fermo a riprender fiato
come un lottatore olimpico da ogni lato stretto
dai Greci. Tutto questo ho visto.
Ma le tue fattezze, sempre chiuse nel ferro,
fino ad ora non l’avevo viste. Conoscevo
tuo nonno, 43 una volta ho combattuto con lui.
Un buon soldato, ma, per il grande Marte
che ci guida tutti, niente in confronto a te.
Accetta l’abbraccio di un vecchio; benvenuto,
nobile guerriero, nelle nostre tende.
ENEA
È il vecchio Nestore.
ETTORE
Lascia che ti abbracci, cara cronaca dei tempi antichi,
che così a lungo hai camminato mano in mano
col tempo. Nestore reverendissimo
sono felice di abbracciarti.
NESTORE