Page 2710 - Shakespeare - Vol. 2
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ENEA
Basta, principi, vi prego.
AIACE
Ma se devo scaldarmi, ancora! Ricominciamo.
DIOMEDE
Decida Ettore.
ETTORE
E allora per me basta. Tu, nobile signore,
sei figlio di una sorella di mio padre,
e dunque cugino germano dei figli di Priamo;
è il legame del sangue che ci vieta
una lotta sanguinosa fra noi due.
Se il tuo incrocio di greco e di troiano
fosse tale che tu potessi dire:
“Questa mano è tutta greca, e questa troiana;
i muscoli di questa gamba sono tutti greci,
e questa è tutta Troia; il sangue di mia madre
scorre nella guancia destra, e la sinistra
contiene quello di mio padre”,
per Giove onnipotente, non lasceresti
il campo con un sol pezzo del tuo corpo greco
su cui la mia spada non avesse inciso
la nostra aspra sfida!
Ma gli dèi giusti proibiscono che una goccia sola
del sangue che viene da tua madre, per me zia sacra,
resti sulla mia spada letale! Aiace, fatti abbracciare.
Per il Tonante, hai braccia muscolose:
Ettore vorrebbe sentirsele cadere addosso, così.
Onore a te, cugino!
AIACE
Ettore, ti ringrazio.
Sei un uomo troppo gentile e troppo generoso.
Ero venuto qui per ammazzarti, cugino,
e per guadagnarmi sul campo una grande fama