Page 2701 - Shakespeare - Vol. 2
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Giunti alla porta, signore, te la darò in mano,
e durante il tragitto ti parlerò di lei.
Trattala bene, e, sull’anima mia, bel Greco,
se mai sarai alla mercé della mia spada,
nomina Cressida, e la tua vita sarà
salva come quella di Priamo a Ilio.
DIOMEDE
Bella Cressida, vi prego,
risparmiatevi i ringraziamenti che questo principe s’aspetta.
Lo splendore del vostro sguardo, la vostra guancia divina,
chiedono che vi si tratti con ogni riguardo; sarete
signora di Diomede, e disporrete di lui in tutto.
TROILO
Greco, non sei cortese con me,
umiliando così la calda supplica che ti ho rivolto
con le lodi che le fai. Ti dico, signore di Grecia,
che lei è di tanto superiore alle tue lodi
quanto tu sei indegno di chiamarti suo servo.
T’ingiungo di trattarla bene, solo perché te lo ordino io.
E, per Plutone terribile, se non lo fai,
anche se avessi a guardia quel montagnoso Achille,
ti taglierò la gola.
DIOMEDE
Oh, non vi riscaldate, principe Troilo;
lasciatemi il privilegio, per il ruolo che svolgo,
di parlare in tutta franchezza. Partito da qui
farò come mi piace; e, sappiate signore,
niente ch’io faccia sarà per ordine d’altri.
Ella sarà apprezzata per quel che vale; ma se voi
mi dite: “Così dev’essere”, allora io
per spirito e punto d’onore vi dico “No”.
TROILO
Su, andiamo alle porte. Io ti dico, Diomede,
dovrai nasconderti spesso per questa tua bravata.