Page 2700 - Shakespeare - Vol. 2
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E tu pensi che mi farò tentare?
TROILO
No, ma si può fare qualcosa anche senza volere;
a volte siamo noi il demonio di noi stessi,
quando mettiamo a prova le nostre fragili forze
presumendo troppo della loro instabile resistenza.
ENEA
(da dentro) Allora, principe?
TROILO
Vieni, un bacio, e separiamoci.
PARIDE
(da dentro) Fratello Troilo!
TROILO
Sì, fratello, vieni avanti,
e porta con te Enea e il Greco.
CRESSIDA
Mio signore, mi sarai fedele?
TROILO
Chi, io? È il mio vizio, purtroppo, la mia colpa:
mentre gli altri, con la furbizia, vanno a caccia di stima,
io con la mia schiettezza mi procaccio mera ingenuità,
mentre certuni, con astuzia, indorano le loro corone di rame,
io, semplice e sincero, la mia la porto com’è.
Non temere per la mia fedeltà: il senso del mio ingegno
è “Semplice e fedele”, ad altro non arriva.
Entrano Enea, Paride, Antenore, Deifobo e Diomede.
Benvenuto, Diomede! Ecco la donna
che ti consegniamo in cambio di Antenore.