Page 2668 - Shakespeare - Vol. 2
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CRESSIDA

               Voglio essere audace, sono rinfrancata:
               principe Troilo, vi ho amato
               giorno e notte per molti lunghi mesi.



              TROILO
               Perché allora la mia Cressida è stata così dura da vincere?



              CRESSIDA

               Dura di sembrare vinta. Ma fui vinta, mio signore,
               dal primo vostro sguardo − ma scusate;
               se confesso troppo, voi farete il tiranno.
               Ora vi amo, ma finora non al punto
               da non poter padroneggiare la passione.

               In effetti, mento: i miei pensieri,
               come figli sfrenati, s’erano fatti
               troppo testardi per la loro madre.

               Ma lo vedi, come siamo sciocche!
               Perché ho parlato tanto? Chi ci sarà fedele
               se i nostri segreti li mettiamo in piazza?
               Ecco, vi amavo tanto, ma senza corteggiarvi;
               eppure giuro che ho desiderato d’essere

               nata uomo, o che noi donne si avesse
               dell’uomo il privilegio di parlare per prime.
               Amore, ordinami di frenare la lingua:

               in questa ebbrezza dirò certo cose
               di cui mi pentirò. Lo vedi? Il tuo silenzio,
               astuto e chiuso, alla mia debolezza
               ruba i segreti più fondi. Chiudimi la bocca.



              TROILO
               Sì, sebbene ne esca una musica dolcissima.

                                                                                                      La bacia.


              PANDARO

          Davvero graziosi.



              CRESSIDA
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