Page 2665 - Shakespeare - Vol. 2
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Esce.
TROILO
La stessa passione mi stringe il petto.
Il cuore batte più veloce del polso di un febbricitante;
le mie facoltà sono smarrite come vassalli
quando all’improvviso incontrano l’occhio del re.
Entrano Pandaro e Cressida, velata.
PANDARO
Vieni, vieni, non c’è bisogno di far la faccia rossa: la vergogna è bambina. (A
Troilo) Eccovela qui. E ora ripetete a lei i giuramenti fatti a me. (A Cressida)
Ma come, te ne rivai via? Bisogna proprio tenerti a briglia corta finché non sei
domata? Qui, qui, avanti, e se rinculi ti metteremo nelle stanghe. (A Troilo) E
voi, perché non le parlate? (A Cressida) Avanti, scosta il sipario, e vediamo
questo quadro. Mamma mia, che paura hai di offendere la luce del giorno! Se
fosse buio, avresti più coraggio di stringerti a lui. (A Troilo) Così, così va
bene, accarezzala e bacia la tua donnina. 30 Ma guarda, un bacio in
usucapione! Costruisci qui, falegname, l’aria è dolce. Be’, ora vi farete
strappare il cuore prima di farvi separare. Scommetto tutte le oche nel fiume
che la falchetta avrà lo stesso zelo del falco − Sotto! Sotto!
TROILO
Mi avete rubato tutte le parole, signora.
PANDARO
Parola non paga debito; fatti, bisogna darle! Ma questa qua vi lascia pure a
secco di fatti, se si decide a mettere a prova la vostra capacità di fare. Come,
ancora a darvi di becco? Qua, vi sposo io con la formula giusta: “Per prova di
che le parti mutualmente...”. 31 A letto, a letto, che io penso a procurarvi del
fuoco.
Esce.
CRESSIDA
Volete entrare, mio signore?
TROILO