Page 2663 - Shakespeare - Vol. 2
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perché dia mano a svestire Ettore dell’armatura.
               Le dure fibbie, toccate dalle tue bianche dita ammaliatrici,
               saranno più docili che al filo tagliente dell’acciaio
               o alla forza dei muscoli greci. Farai più tu

               che tutti i re delle isole; disarmerai
               il grande Ettore.



              ELENA
               Sarà un orgoglio servirlo come dici, Paride;
               sì, rendergli l’omaggio che a lui dobbiamo,

               aggiungerà più lustro alla nostra beltà di quello che abbiamo,
               sì, ci darà più luce.



              PARIDE
               Dolcezza mia, ti amo più che si possa pensare.
                                                                                                        Escono.



                                                    Scena II         EN



                                     Entrano Pandaro e l’attendente di Troilo.



              PANDARO
          Oh! dov’è il tuo padrone? Da mia nipote Cressida?



              ATTENDENTE
          Nossignore, aspetta che voi ce lo portiate.


                                                        Entra Troilo.



              PANDARO
          Eccolo qua. Allora, come va? Come va?



              TROILO
          Tu, vattene via.

                                                                                           Esce l’attendente.



              PANDARO
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