Page 2673 - Shakespeare - Vol. 2
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AGAMENNONE

               Che Diomede s’incarichi di restituirlo
               e di portar qui Cressida. Calcante avrà ciò che chiede.
               Buon Diomede, provvedi che lo scambio sia fatto.

               Vedi anche di sapere se Ettore domani
               conferma la sua sfida: Aiace è pronto.



              DIOMEDE
               Ci penso io; − è un compito
               che assolvo con orgoglio.
                                                                            Escono Diomede e Calcante.

                                          Achille e Patroclo stanno sull’ingresso della loro tenda.


              ULISSE

               Ecco Achille davanti alla sua tenda:
               voglia il nostro comandante far finta di nulla
               mentre gli passa davanti, come se non lo ricordassimo.

               E voi, principi, lanciategli qualche occhiata distratta.
               Io sarò l’ultimo: è probabile, credo,
               che mi chieda perché lo guardiamo in quel modo sfottente.
               Se lo fa, ho una tisana di scherno,
               da usare tra la vostra freddezza e la sua spocchia,

               e lui avrà una voglia matta di berla.
               Può fargli bene: la superbia non ha altro specchio
               che la superbia per vedersi; perché le ginocchia pieghevoli

               nutrono l’arroganza e sono la paga del superbo.


              AGAMENNONE

               Metteremo in atto il vostro piano, e assumeremo
               un’aria noncurante mentre gli passiamo davanti.
               Principi, fate lo stesso: nessun saluto,
               oppure un cenno sdegnoso che lo scuoterà

               più ancora che il non essere guardato.
               Vado avanti io.



              ACHILLE
               Cosa? il generale arriva per parlarmi?
               Sapete come la penso: non combatto più contro Troia.
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