Page 2645 - Shakespeare - Vol. 2
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Esce.


                    Entrano Agamennone, Ulisse, Nestore, Diomede, Aiace e Calcante.



              AGAMENNONE
          Dov’è Achille?



              PATROCLO
          Nella sua tenda, ma non si sente bene, signore.



              AGAMENNONE
               Gli sia notificato che noi siamo qui.
               Ha respinto tutti i nostri messaggeri.

               Ora, messe da parte le nostre prerogative,
               siamo noi che lo visitiamo.
               Che gli si dica, perché non gli venga in mente
               che non osiamo far valere il nostro grado,

               o che non siamo coscienti di chi siamo.



              PATROCLO
          Glielo dirò.
                                                                                                           Esce.



              ULISSE
               L’abbiamo visto sulla soglia della tenda;
               malato di certo non è.



              AIACE

          Sì, di morbo leonino, superbia galoppante! Si può anche chiamarla ipocondria,
          volendo risparmiarlo; ma ci giocherei la testa, è puro orgoglio. Ma perché poi?
          Vogliamo un motivo. Una parola, signore.
                                                                          Prende da parte Agamennone.



              NESTORE
          Perché Aiace ce l’ha tanto con lui?



              ULISSE
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