Page 2650 - Shakespeare - Vol. 2
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per allontanarsi da Achille. Questo superbo,
               uso a imbrodare la propria arroganza col proprio sego,
               e che mai lascia entrare gli affari del mondo
               nei propri pensieri, tranne ciò che rimugina

               e rumina da sé, sarà venerato da colui
               che noi teniamo a idolo maggiore?
               No, questo signore tre volte degno e valoroso
               non deve svilire la sua palma, nobilmente vinta,

               né, per mia volontà, subordinare il suo merito,
               lui che merita almeno quanto Achille,
               andando da Achille.
               Sarebbe ingrassare l’orgoglio panciuto di costui,

               aggiungere carbone al Cancro che già fiammeggia
               perché vien visitato dal grande Iperione.
               Questo signore da lui! Giove non voglia
               e tuoni per risposta: “Vada Achille da lui!”.



              NESTORE

               (a parte) Bene così: gli sta dando corda.


              DIOMEDE

               (a parte) Come si beve in silenzio la lusinga!



              AIACE
               Se ci vado, gli spacco la faccia
               col mio pugno ferrato.



              AGAMENNONE
               Ah no, non devi andarci!



              AIACE
               Ci provi a farmi l’altezzoso, gliela faccio vedere io.
               Lascia che ci vada.




              ULISSE
               Oh no, per quanto è in gioco in questa guerra.
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