Page 2649 - Shakespeare - Vol. 2
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ULISSE

               Domani Achille non sarà sul campo.



              AGAMENNONE
               E che scusa accampa?



              ULISSE
               Di scuse non ne adduce,
               continua a fare come e perché gli gira,

               senza riguardo o rispetto per nessuno;
               caparbiamente vuole e se ne compiace.



              AGAMENNONE
               E perché non si degna, se glielo richiediamo,
               di uscire dal chiuso a respirare con noi?



              ULISSE
               Fa importanti le cose da nulla, solo perché
               gli vengono richieste. Ha la manìa della grandezza,

               e quando parla a se stesso lo fa con un’alterigia
               che gli mozza il fiato. Il valore che s’attribuisce
               gli accende nel sangue un tal frenetico discorso

               che lo stato di Achille gira in vuoto furore
               fra la mente che pensa e il corpo che agisce
               e alla fine si autodistrugge. Che dire di più?
               È così impestato dalla superbia che i suoi sintomi letali
               proclamano: “Impossibile guarire”.



              AGAMENNONE

                               Mandiamo da lui Aiace.
               Caro signore, va’ a trovarlo nella tenda:
               si dice che ti stimi e, magari, se glielo chiedi tu,
               può darsi che esca un poco da se stesso.



              ULISSE

               Oh, no, Agamennone! Non così!
               Sian benedetti i passi che Aiace fa
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