Page 2615 - Shakespeare - Vol. 2
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e quante sono le tende greche che inutili stanno
               su questa pianura, tante sono le inutili fazioni.
               Quando l’autorità non è più l’alveare
               cui tutte le api operaie fanno capo,

               che miele ci si può aspettare? Se la gerarchia
               è mascherata, i più indegni fan bella figura
               anch’essi nella mascherata generale.
               I cieli stessi, i pianeti, e questa terra ch’è centro

               di ogni cosa, rispettano grado, priorità, rango,
               stabilità, corso, proporzione, tempo, forma,
               dovere e fedeltà col massimo rigore.
               Per questo l’astro glorioso, Sole,

               troneggia col suo globo in nobile eminenza
               nel mondo celestiale − e il suo occhio benefico
               corregge l’influsso dei pianeti maligni,
               e come il proclama d’un re arriva senza fallo

               a buoni e a cattivi. Ma se i pianeti
               si mischiassero a caso in maligno disordine,
               quali pestilenze, mostruosità, rivolte,
               tempeste marine e terremoti, turbini di vento,

               terrori, mutazioni, orrori, spaccherebbero,
               frantumando e sradicando, l’unità
               e il sereno connubio dei ceti dal loro saldo posto!
               Quando la gerarchia è scossa, che è la scala

               ad ogni grande impresa, l’azione volge a male.
               Le comunità, i ranghi nelle scuole, le corporazioni,
               il pacifico commercio fra terra e terra,
               la primogenitura e il diritto di nascita,

               le prerogative dell’età, della corona, degli scettri,
               degli allori, come potrebbero, senza gerarchia,
               conservare il timbro del legittimo?
               Si spezzi la gerarchia, si porti a dissonare

               quella corda, e sentirete quale discordia
               seguirà! Tutto litigherà con tutto,
               l’acqua dall’alveo strariperà oltre riva
               e il solido globo ridurrà a fanghiglia;

               la forza asservirà la debolezza,
               il figlio violento ucciderà il padre,
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