Page 2612 - Shakespeare - Vol. 2
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a quello che non hanno gli uomini danno
più valore di quello che ha. Non è ancora nata
la donna che ricordi sempre che l’amore
non è mai così dolce come quando è corteggiamento.
E quindi v’insegno questa massima dell’amore:
“Chi ha fatto, comanda; chi non ha fatto supplica”.
Quindi anche se il cuore ho certo del mio amore
neanche un istante lo mostreranno gli occhi.
Esce.
Scena III EN
Fanfara. Entrano Agamennone, Nestore, Ulisse, Diomede, Menelao e altri
comandanti greci.
AGAMENNONE
Principi,
quale rovello vi ha colorato le guance d’itterizia?
Le grandi prospettive che la speranza apre
a ogni disegno ideato quaggiù
mai sono pari alle promesse avute.
Incidenti si generano, disastri
dentro le vene delle più nobili azioni −
come per l’ingorgarsi di diverse linfe
crescono nodi che infettando il pino
più sano, distorcono l’essenza dal retto sviluppo.
No, principi, non è per noi una novità
esser delusi molto nelle nostre speranze
dacché sette anni già dura l’assedio
e le mura di Troia sono ancora in piedi.
Ogni impresa degli anni passati di cui dicono le cronache
ha subìto rovesci e scarti di un destino avverso,
e nell’attuarsi si è separata dal piano originale
e dall’incorporea figura del pensiero
che plasmò la sua prima forma.
Perché, allora, principi, con volti contriti
abbassate gli occhi davanti alle nostre azioni