Page 2438 - Shakespeare - Vol. 2
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FORD

          Sì ma anche per bue: qua son le prove, tutt’e due belle e ritte.



              FALSTAFF
          E  codesti  qua  non  sono  fate?  Io  l’ho  sospecciato  tre  o  quattro  volte,  che
          codesti non erano fate; ma la culpa dell’animo mio, la sorpresa imprevista
          delle mie facultà, menaron quel grossolano agguato drento una mia ferma

          fede,  malgrado  ch’ei  si  spaccasse  li  denti  contr’ogni  misura  e  ragione,  che
          costoro erano fate. Vedete ora come un uomo di spirito può straformarsi in un
          babuino, quando ei s’ingaggia male!              48



              EVANS
          Ser Cion Falstaff, ponetevi al servizio d’Iddio, lassate le prame vostre e le fate
          non vi daran pizzicotti.



              FORD

          Voi dite il vero, don Ughetto lo gnomo.


              EVANS

          E voi pure, vi preco, lassate stare le vostre geloserie.



              FORD
          Mai più vo’ diffidar di mia moglie, sinché voi non sarete capace di corteggiarla
          in buon inghilese.



              FALSTAFF
          Io mi chiedo, ho forse lasciato il cervello a seccarsi al sole, che gli è mancata

          materia  per  premunirsi  contro  sì  pacchiana  soperchieria?  O  sono  anch’io
          indemoniato  da  qualche  caprone  gallese?  Dovrò  calzarmi  in  capo  uno
          scuffiotto di flanella? Ei non mi resta che lasciarmi strozzare da un tocco di
          cacio tostato.



              EVANS
          To’,  il  casio  non  esser  puono  per  farne  purro;  l’addomine  vostro  l’è  tutto

          purro.


              FALSTAFF
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