Page 2362 - Shakespeare - Vol. 2
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FALSTAFF
Messer Rivoletto, per prima cosa io mi farò ardito col danaro vostro; poi, qua
la mano; e infine, per quant’è vero ch’io son gentiluomo, voi potrete volendo
trombar la sposa di Ford.
FORD
Ma che caro signore!
FALSTAFF
Dico, ve la farete.
FORD
Non lesinate moneta, Ser John; non vi mancherà.
FALSTAFF
Non lesinate su lei, messer Rivoletto; lei non vi mancherà. Io posso dirvelo
ora, sarò con lei per suo appuntamento; proprio mentre entravate una sua
aiutante, diciamo pure ruffiana, si spiccava da me. Dico, sarò con lei tra le
dieci e le undici; ché all’ora suddetta quel tanghero bue geloso di suo marito
uscirà di casa. Voi venite da me stasera e saprete come la va.
FORD
Beata l’ora in cui v’ho conosciuto. Ford voi lo conoscete, Ser John?
FALSTAFF
S’impicchi, misero buggerone d’un becco, non lo conosco, no. Ma gli fò torto a
chiamarlo misero; dicono che il sospettoso capron pappataci ha masse di
piastre, per questo sua moglie parmi così fascinosa. Io la userò come chiave
alla cassa di quel brigante bicorne, ed è lì la mia festa del grano.
FORD
Io vorrei che lo conosceste Ford, signor mio, per evitarlo se lo incontraste.
FALSTAFF
Alle forche, meccanico polpettone di burro salato! Con una sola occhiata lo fò
uscire di senno; lo fò pisciarsi addosso col mio randello; gli planerà sulle
corna simile ad una meteora. Messer Rivoletto, tu saprai come ti schiaccio il