Page 2360 - Shakespeare - Vol. 2
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FORD
C’è in questa città una dama − il suo nome di sposa è Ford.
FALSTAFF
Andiamo avanti, messere.
FORD
Io l’amo da lunga pezza e, ve l’assicuro, ho investito gran cifra su lei; le ho
messo il campo attorno con deferenza infatuata; ho colto qualunque
occasione d’essere seco; ho alimentato ogni appiglio più magro che
tirchiamente potevami consentire vederla; non solamente ho comprato molti
regali da darle, ma largamente ho donato altrui per sapere cos’ella volea le si
desse; insomma, io l’ho incalzata siccome Amore incalzava me: il che è stato
sull’ala di ogni casualità. Ma quale che sia il compenso che n’ho meritato, vuoi
per sentire che per scucire, risarcimenti di certo non ne ho visti nessuni,
tranne che l’esperienzia non sia dessa il gioiello che ho comprato a prezzo
infinito, e che m’ha insegnato a dire così:
Fugge l’amor com’ombra se danaro lo incalza;
incalza ciò che fugge, e fugge ciò che incalza.
FALSTAFF
Ma avete aùto da lei alcuna promessa di satisfarvi?
FORD
Mai.
FALSTAFF
Le avete fatto sollecito a tal disegno?
FORD
Mai.
FALSTAFF
Potta di Puccio! E di che tipo l’era codesto amore?
FORD
Era come una bella casa costruita su terra altrui, dimodoché ho perduto il mio