Page 2359 - Shakespeare - Vol. 2
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FORD

          Mio caro Ser John, io ho eguale richiesta; non per dare alcuno carico a voi,
          dacché io vo’ che crediate ch’io credo di essere, più che voi stesso non siate
          ora, in grado di prestare moneta − il che m’ha dato un poco l’ardire di questa

          mia improvvisata. Perché si dice che quando fa strada la palanca, ogni porta
          si spalanca.



              FALSTAFF
          La palanca è un buon uomo d’arme, messere: fa sempre breccia.



              FORD
          Voi dite il vero, ed io ne ho qua una scarsella che mi dà fastidio parecchio. Se
          voi,  Ser  John,  m’aiutate  a  portarla,  pigliatevele  tutte  o  metà,  per  avermi
          levato il trasporto.



              FALSTAFF

          Messere, ma io non so per che causa meriti il farvi da portatore.


              FORD

          Ve lo dirò, signore, se voi mi prestate ascolto.



              FALSTAFF
          Dite pure, messer Rivoletto, ch’io sarò lieto servirvi.



              FORD
          Ser John, io sento che siete un uomo di studio − con voi mi spiccio in quattro
          parole − e da gran pezza vi cognosco per fama. Sinora non ho mai posseduto

          i mezzi adeguati al mio desiderio di arrivare a conoscervi di persona. Io ora vi
          scopro una cosa, per cui mi sarà gran mestieri aprirvi le pecche mie. Ma caro
          Ser  John,  nel  mentre  tenete  un  occhio  sulle  mie  follie  e  me  le  sentire
          sciorinare,  vogliate  volgere  l’altro  sul  novero  delle  vostre,  ch’io  possa
          scapolarmela  con  un  rabbuffo  più  lieve,  dacché  voi  stesso  sapete  quant’è

          facile l’essere in tali peccata.



              FALSTAFF
          Molto bene, messere. Andiamo avanti.
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