Page 2341 - Shakespeare - Vol. 2
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[Di dentro] Ohù, c’è nessuno in casa?
MONNA SPICCIA
E ora chi domine è? Venite accosto alla casa, prego.
[Entra Fenton.]
FENTON
Orbé buona donna, come la va?
MONNA SPICCIA
Meglio da quando vossignoria è così buona da domandarlo.
FENTON
E quali notizie? Come la sta la gentile Annetta?
MONNA SPICCIA
Proprio vero, signore, gentile e onesta e graziosa, e la vi guarda con occhio
amico − questo poi ve lo posso assicurare, sia grazie a Domine.
FENTON
Ma tu credi che avrò successo? Non sarà una inutile corte?
MONNA SPICCIA
Monsignore, veramente l’è tutto nelle Sue mani lassù; ma con tutto codesto,
mastro Fenton, lo giurerei sovra una bibbia ch’ella vi ama. Vossignoria non ha
minga un porricino sull’occhio?
FENTON
Sì perbacco, ce l’ho: e allora?
MONNA SPICCIA
Ben, ci è tutta una storia. L’è un tal tipetto, Dio bono; ma una figliola onesta,
ve lo detesto, come poche che magnan pane. Si è conversate un’ora su quel
cecino, oh và! Niuna mi farà ridere come codesta figliola! Però l’è vero che
cede troppo a ponzamenti e allicòlle. Ma verso di voi − benbé − non dico.