Page 2340 - Shakespeare - Vol. 2
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ve lo vo’ dire in un’orecchia e non vorrìa se ne dica motto − il mio principale
in persona l’è cotto di monna Annetta. Ma con tutto codesto, io so cosa pensa
l’Annetta − lasciamo perdere vah!
CAIO
Bertuccia, tu portare cotesta lettera a don Ughetto. Vacca boia, l’è una
disfida. Io volergli tagliare gola in bosco, e volere insegnare ad un piteco
rognoso di prete a impicciarsi e darsi da fare. Puoi partire, vah! Non star bene
tu restare più. Porca vacca, io volere tagliare tutt’e due i di lui corbelli.
Parbleu, non avrà una balla da buttare al cane.
[Il Semplice esce.]
MONNA SPICCIA
Poverino, lui parla solo a favor dell’amico suo.
CAIO
Non fottemi nulla di ciò. Voi non dire che monna Annetta io averla tutta per
me? Porca vacca, io ammazzare quel prete scimia; ed ho caricato l’oste
nostro de la Giartella di misurare strumento nostro. Vacca boia, monna
Annetta sarà di me.
MONNA SPICCIA
Messere mio, la figlia vi ama e tutto andrà bene. Lasciamo cianciar la gente:
ma che domine!
CAIO
Coso, vieni con me alla corte. [A monna Spiccia.] Per la vacca, s’io non avere
Annetta io cacciare la vostra zucca fora della mia porta. − Segui miei tacchi,
coso.
MONNA SPICCIA
Voi l’avrete, voi l’avrete An... [Escono Caio e Rugby.] dico, ancora e sempre la
vostra zucca di matto. No, io so quel che pensa Annetta; non ci è femmina in
Windsor che sappia meglio di me il pensiero d’Annetta, né che la possa fare
con lei quello ch’io posso, graziaddio.
FENTON