Page 2345 - Shakespeare - Vol. 2
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MADONNA FORD

          Be’, qua si perde tempo. Tieni, leggi, leggi; guarda in che guisa posso avere il
          cavalierato. Sinché avrò vista per scartare il brutto dal bello, io degli uomini
          grassi penserò corna più che mai. Eppure costui non scuoiava santi, elogiava

          la donna modesta, e con tale ritegno e garbo ti biasimava ogni improprietà,
          ch’io l’averei giurato che l’indole sua fusse tutt’una con le parole. Invece ste
          cose gli van d’amore e d’accordo come il libro de’ Salmi con un’ariaccia da
          bordello.   22   Ed  io  mi  chiedo,  quale  tempesta  ha  buttato  a  riva  in  Windsor
          codesta balena con cento barili d’olio in pancia? Quale partito l’è meglio per

          vendicarmi  di  lui  ora?  La  strada  migliore,  io  mi  credo,  sarìa  di  lattarlo  di
          speranza finché il tristo foco della sua foia non l’abbia sciolto nel suo stesso
          untume. Hai mai sentito l’eguale?



              MADONNA PAGE
          Lettera per lettera! Soltanto i nomi Page e Ford differiscono! A tuo grande

          sollievo in sto misterio de’ giudizi tristi, eccoti la gemella della tua lettera. Ma
          l’eredità ce l’abbia pure la tua, ché la mia, t’assicuro, non la rivendicherà. Io ci
          scommetto che costui ne ha mille di ste missive, con lo spazio in bianco pei
          vari nomi − ma che dico, più di duemila − e queste son la seconda edizione.

          Le stamperà, non c’è dubbio. Lui non fa differenza tra ciò che mette sotto la
          pressa, visto che vuole metterci sotto ambedue. Ma io vorrò piuttosto essere
          moglie d’un titano, e giacer sotto il monte Pelio. Affogaggine! Farei prima a
          trovarti venti tortore ben arrapate, che un singolo uomo pulito.



              MADONNA FORD

          Dico, questa l’è proprio uguale: stessa mano, stesse parole. Ma che diamine
          pensa di noi?



              MADONNA PAGE
          Be’,  non  lo  so  davvero;  mi  fa  sentire  quasi  parata  a  bisticciar  con  la  mia
          onestà. D’ora in poi vo’ trattare me stessa come una donna che non conosco;
          perché certo, se lui non sapesse di me qualche tratto ch’io stessa non so, non

          m’averebbe abbordata giammai con tanta violenza.


              MADONNA FORD

          E tu lo chiami abbordare? Ma allora io mi vo’ assicurare ch’egli rimanga sovra
          coverta.
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